Cavalletto Afaith ultra portatile: una soluzione economica che non convince
Caval
Che dire, appena aperta la scatola l’impressione non è affatto delle migliori: si sente difatti fortissimo un odore di plastica, che fa presagire una fattura e un utilizzo di materiali non proprio pregiati. E difatti, venuto il momento di metterlo all’opera, escono fuori tutti i difetti di questo cavalletto.
Il meccanismo di estensione delle gambe: è sufficiente ruotarle in senso antiorario per sloccarle e allungarle/accorciarle alla lunghezza desiderata. Questo in teoria, perché sono più le volte che le gambe non si allungano o non si accorciano del tutto che altro, e occorre giocarci più di un po’ per riuscire ad ottenere il risultato desiderato.
La piastra si può descrivere in una sola parola: scomoda. Per fare un paragone, i cavalletti AmazonBasics, quindi senza andare a cercare marchi più blasonati, sono immensamente più pratici nell’aggancio e sgancio. Va da sé che perdere più tempo del dovuto ad agganciare la piastra è l’ultimo dei desideri di un fotografo.
Scomodi oltremodo anche il meccanismo di rotazione della colonna centrale, così come la singola bolla di livellamento.
Vero è che, mettendocisi di impegno e senza pretesa alcuna, si riesce ad utilizzare questo cavalletto per l’utilizzo per il quale è pensato, ovvero avere un cavalletto da portare con sé con facilità ed abbastanza stabile da sostenere una reflex, ma questo non fa comunque andare la valutazione oltre la seconda stella.
In definitiva, visti i difetti sopra elencati, e visto che dopo oltre un mese ancora il fastidioso odore di plastica, sebbene più lieve, non è ancora sparito, mi sento di sconsigliare caldamente questo cavalletto. Vale sicuramente la pena investire qualche decina di euro in più per avere un prodotto fatto con materiali migliori e più comodo e pratico da utilizzare.
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